Passa ai contenuti principali

Post

11: LA FORESTA DI FLEUTUS

  Un esserino volava a mezz’aria come un sacchetto trascinato dal vento. La sua pelle era bianchissima, quasi lattiginosa, e contrastava con i capelli corvini, lunghi, lisci e pesanti, che si incollavano alle spalle e alla schiena umida di rugiada. Il vestitino nero, cucito con mille ricami intricati e argentati, sembrava un patchwork di nobili ragnatele, cucito da qualche sartina elfica sotto acido. Lasciava scoperti i piedi nudi, piccoli e perfetti, intirizziti dal freddo. Su quelle estremità bianche come porcellana, e le spalle, lasciate anch’esse nude, la pelle d’oca si abbozzava in minuscoli brividi visibili solo da occhi attenti. Le ali, piccole e fragili ma efficienti sbattevano pigramente, facendola procedere con lentezza. Attorno a lei, la foresta era fitta, altissima, cupa. Gli abeti rossi dominavano, alti e dritti, con tronchi ravvicinati e aghi che oscuravano il cielo. Al loro fianco crescevano faggi scuri, larici contorti, ontani dal tronco gonfio e betulle dal legno c...
Post recenti

10: LA FESTA DI HALLOWEEN

  Un tacco nero affondò in una pozzanghera, una delle tante, sollevando appena l’acqua stagnante. L’impronta si dissolse subito, inghiottita dal riflesso delle luci che filtravano tra i rami spogli. La gamba nuda avanzava con passo sicuro, slanciata, seguita dalla gemella. La stretta minigonna nera ondeggiava appena, toccata dalla brezza autunnale. La camicia rossa si distendeva e contraeva adeguandosi al movimento del corpo corpo. Il caschetto  era perfetto, immobile, scolpito come un blocco di marmo intinto nella vernice nera. La strada si apriva su un viale più grande, illuminato solo a tratti dai lampioni. Di fronte si ergeva Palazzo Barbier. Quasi, i tacchi scivolarono sui larghi gradini umidi per la pioggia recente. Il marmo, un tempo levigato, presentava sottili crepe e leggere irregolarità che trattenevano pozzanghere scure. Ai lati della scalinata, due vasi squadrati ospitavano cespugli rigonfi d’acqua. Il portone, massiccio e imponente, dominava la cima della scalina...

09: EL ESPARRAGO

  «Passami il pacchetto di sigarette, Raul» disse una voce rauca e autoritaria. Scelse attentamente quale estrarre. Dopo una lunga disamina, la terza da destra gli parve la più giusta e la avvicinò alla bocca. «Possibile che non ci sia mai un cazzo di accendino che funzioni?» si lamentò. Subito gli allungarono uno zippo in metallo con incisa una foglia di marijuana, fortunatamente funzionante. «Cosa sono quelle facce sfiduciate, eh?» urlò, sbattendo i pugni sul tavolo e facendo cadere a terra alcuni carri armati del Risiko. «Raul! Levati quel fottuto broncio. Ti manca Laura, eh? Domenica il tuo cazzo sarà nella fica di tua moglie, hai la mia parola.» Raul annuì debolmente, ma la sua espressione tradiva il sentore che sua moglie non l’avrebbe mai più rivista. Abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro. A nulla servivano i tatuaggi che sfoggiava con orgoglio, né la dentiera d’oro che brillava quando sorrideva. Non ce l’aveva la faccia da duro, e non ce l’avrebbe mai avuta. «Allora, tut...

08: LATE SHOW

  Gli applausi scroscianti del pubblico coprirono il finale della risposta sagace di Delilah. La nostra si trovava in un piccolo studio televisivo, seduta su una comoda poltrona con le gambe accavallate. Lo studio aveva un’estetica piuttosto kitsch. Dal soffitto pendevano candelabri, troppi, che illuminavano la stanza in modo poco omogeneo. Sul fondo, dietro alla poltrona degli ospiti e  il bancone in legno del conduttore, dominava un grande pannello che ritraeva la sagoma infiorettata dello skyline di Valquindre, illuminata da un’enorme luna piena. Ai lati pendevano delle oscene tende rosse. Eppure l’insieme aveva un che di soavemente macabro qualche modo funzionava. «Abbiamo ospite, stasera, l’investigatrice più sexy di Valquindre!» annunciò Florentin Iorgulescu, un uomo ben vestito dalla pelle pallidissima, le orecchie appuntite e i canini particolarmente pronunciati. «Una delle massime esperte in occulto e fenomeni paranormali, ancora un applauso per Delilah Mercier!» E il...