Il faro di Potzia, o come lo chiamano i marinai più esperti, L’occhio traditore, è ben più di una semplice torre luminosa costruita per guidare le imbarcazioni in salvo. È una presenza imponente, solitaria, che si erge con l'indole di un guardiano apparentemente scrupoloso e affidabile. Ma non lasciarti ingannare. La sua storia è impregnata di inganni, tragedie e misteri che nessuno è mai riuscito davvero a svelare del tutto.
La struttura, costruita secoli fa con mattoni di pietra levigati dal vento e dal sale, si innalza con un'eleganza austera, quasi monumentale. Di giorno appare come una sentinella silenziosa, ma di notte... di notte è un’altra cosa. La sua lanterna illumina il mare con un bagliore ingannevole, attirando le navi verso le scogliere affilate come denti di un predatore. I capitani più esperti raccontano storie di imbarcazioni che hanno virato inspiegabilmente verso la costa, come se una forza invisibile le attirasse. I superstiti—i pochi che ci sono stati—non riescono mai a spiegare cosa li abbia spinti a compiere manovre così avventate. La loro memoria è vaga, frammentaria, come se qualcosa avesse giocato con le loro menti.
C’è un’altra particolarità che rende questo faro così sinistro: cresce. Ogni volta che una nave si schianta sugli scogli, la struttura sembra allungarsi di qualche centimetro, come se si nutrisse del disastro. Nessuno sa come o perché, ma chi osserva il faro da lontano giura di vederlo più alto ogni volta che una tempesta lo sfida. Qualcuno insinua che esista un'intelligenza dietro la pietra, una volontà antica, famelica.
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